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Articolo - L'editoria della sensibilità

‹‹Sensitivity readers››: l’editoria della sensibilità
Nell’epoca della transmedialità, l’utenza digitale, composta prevalentemente da giovani appartenenti alla cosiddetta Generazione Z, si muove a difesa dei diritti umani, portando a trascinare l’interesse pubblico solo per quel tipo di contenuti identificati come politically correct, ovvero rivolti al raggiungere
più persone possibili nella maniera più etica possibile.

Per questo, all’interno del settore editoriale, le case editrici hanno deciso di sviluppare un nuovo percorso professionale, attualmente riconosciuto solo negli Stati Uniti e da poco tempo anche in Francia: si tratta dei sensitivity readers, letteralmente “lettori della sensibilità”, ovvero editor o lettori professionali che si occupano di verificare la correttezza morale di un manoscritto, per assicurarsi che in esso non ci siano contenuti poco etici oppure offensivi nei confronti di determinate minoranze.

Questa nuova figura professionale è nata verso il 2018 negli Stati Uniti, ma ha spopolato solo nel 2020, con la pubblicazione del romanzo American Dirt, di Jeanine Cummins, entrato nel Book Club di Oprah Winfrey. Questo libro ha scatenato uno scandalo senza precedenti, che ha aizzato l’opinione pubblica
contro il testo, accusato di essere divulgatore di pregiudizi razziali e stereotipi nei confronti della popolazione messicana.

Da questo momento in poi questi editori della sensibilità sono diventati quasi necessari per determinate case editrici, o realtà culturali, che si occupano di creare un ponte comunicativo tra l’autore e il pubblico, per andare a mettere in luce eventuali errori su argomenti che possono risultare offensivi, offrendo anche soluzioni concrete per contribuire a rendere libero da stereotipi il mercato della cultura.

L’obiettivo è diffondere il messaggio nel modo più accurato possibile, per andare a infrangere quei muri che rendono la letteratura spesso materia di élite, che come diceva Calvino risultava ‹‹espressiva della classe dominante e preclusa a istanze più immediatamente umane››, allo scopo di rendere le storie accessibili a un pubblico più vasto. «Si tratta di un altro tipo di lettura esperta che solleva domande che a ogni redattore, per quanto rigoroso, potrebbero sfuggire, dando l’opportunità all’autore di rivedere ilproprio testo attraverso una particolare lente.

Ma non è detto che gli autori implementino tutti i suggerimenti proposti: è un dialogo intelligente e costruttivo» ha aggiunto Rebecca McNally, direttrice editoriale di Bloomsbury Children's Books.
Nonostante l’utilità dei sensitivity readers, tuttavia, non sono certamente mancate le polemiche da parte della critica, che li hanno accusati di minare alla libertà di espressione, censurando gli autori e limitandone la creatività. «Non vogliamo censurare nessuno›› ha dichiarato Eva Wong Nava, che fa questo mestiere, ‹‹ma solo dare dei suggerimenti leggendo i testi attraverso la lente della nostra esperienza di vita, professionale o di ricerca, per fornire un feedback sull’autenticità»

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